La riflessione

Claudio Lasala,il disagio giovanile chiama in causa tutti i genitori: “Se mi vuoi bene, dimmi di no”

La Redazione
"Non continuiamo a delegare alle forze dell'ordine funzioni educative, i padri e le madri sono nelle famiglie di ognuno, non in caserma"
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Non entro in merito a quanto già detto e alla futilità dei contenuti che poi diventano dramma, quindi la futilità non ha più senso e diventa allarme sociale.

L'allarme sociale non è solo ciò che diventa visibile, ma tutti i piccoli affluenti di comportamenti che vengono ignorati e sminuiti. Si prenda ad esempio il bullismo così pesante e permeante nei contesti scolastici, nelle micro culture familiari, omertose e tolleranti del tutto.

Un figlio è figlio di un percorso culturale che si tramanda.

Oggi Barletta, ieri Andria, domani un altro paese, nessuno è esente ed escluso dal preoccuparsi.

Non continuiamo a delegare alle forze dell'ordine funzioni educative, i padri e le madri sono nelle famiglie di ognuno, non in caserma individuata nella figura del maresciallo prescrittivo. La socializzazione ha inizio nella famiglia ed è in questa che si apprendono le regole sociali, la modalità di interazione con l’alterità e i confini. In questo contesto i genitori devono insegnare che la parola NO non corrisponde ad un rifiuto ma piuttosto ad una strutturazione di confini entro cui è possibile agire. Il no è un’occasione di confronto e di crescita, in cui apprendere che gli impulsi non possono sempre essere soddisfatti. I figli si nutrono di ciò che vedono, dei nostri gesti e delle nostre parole. Dovremmo insegnare loro la gentilezza, la delicatezza,la generosità, il rispetto per la diversità, l'umiltà, incoraggiandoli sempre a vivere di questo e non di prepotenza. È necessario riprendersi la responsabilità di questi contenuti educativi evitando di delegarli alle istituzioni.

Non sono efficaci le conferenze senza azioni che ne conseguono e senza un regolamento che protegge ogni figura che sia portatrice di buoni esempi.

La scuola è sempre in prima linea, ma ricordo che ogni istituzione non è e non può essere la famiglia, o meglio la famiglia sostitutiva.

Diamo tutto, non facciamo mancare nulla di materiale ma non sappiamo più riconoscere l'onestà come valore e come tale testimoniarlo. La politica, la scuola, le istituzioni sono un esempio, non un discorso senza testimonianza.

Passa un concetto, se sei rispettoso e onesto non arrivi da nessuna parte, devi piuttosto essere uno che si impone e prevarica. Tanto succede anche per una città come Barletta, che oggi piange Claudio, ma domani piangerà ancora? Magari esulteremo ancora per aver ottenuto o vinto, non con onestà ma prevaricando e quindi sottraendo anche opportunità a chi merita senza prevaricare. Non ci perdoneremo mai per aver perso Claudio, ma non dovremmo perdonarci neanche per non aver guidato amorevolmente chi ha impugnato quell'arma

Penso che il vivere sia anche un contenuto di qualità della vita e soprattutto che abbia l’obiettivo di fidarsi del vicino, non di temerlo.

Siamo in una società Borderline che nega le regole, le mette in discussione, le cambia facendole diventare zona franca del “tutto è possibile, non esistono conseguenze”, anzi una società che rinforza chi è capace di trarre vantaggi personali a scapito della collettività.

Si dice sì, ma vuol dire forse sì, si dice no, ma vuol dire , una comunicazione senza il rispetto delle regole della comunicazione.

Il sano buon senso va oltre le letture di ogni esperto, perché esser esperti significa condividere una esperienza, magari sbagliare senza la volontà di sbagliare. Dare forza alle regole non significa reprimere, ma fare ordine e chiarezza, e pessimi esempi nelle istituzioni non generano buoni esempi nella prossimità della gente semplice che magari si identifica in modelli sbagliati.

Tutti in discussione sì, ma ognuno lo sia nel suo tratto, non si delega la genitorialità a nessuno, la si agisce o altrimenti diventiamo complici collusi.

Dove sono i nostri figli, cosa fanno, con chi si accompagnano quando sono fuori? Questo non può essere delegato a nessuno, deve essere agito da genitori non complici, ma coinvolti nel dare il meglio.

Il disagio aumenta dove diminuisce la fiducia, e dove i valori si sciolgono nel mare del qualunquismo. Il pensiero magico del “qualcuno farà per noi meglio” deve essere sostituito dal mettersi in gioco come protagonista non come comparsa.

Aumentano attacchi di panico, ansia e disturbi di personalità e gli eserciti, anche di psicologi, non basteranno mai.

Un vecchio libro si intitola "Se mi vuoi bene, dimmi di no". I nostri figli ce lo chiedono con gli occhi, con i loro capricci, con i loro sbagli. Farlo, per noi genitori, è diventato difficile anche quando la pancia e la testa ci dicono che è necessario.

 

Dott. Saverio Costantino, Psicologo-Psicoterapeuta

Dott.ssa Elena Lorusso, Psicologa-Psicoterapeuta

venerdì 5 Novembre 2021

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Saverio costantino
Saverio costantino
2 anni fa

Mi piacerebbe ricevere qualche considerazione propositiva anche perché le disfunzioni sono chiare a tutti

Antonio.corvasce
Antonio.corvasce
2 anni fa

anamnesi precisa e puntuale, da parte del dottor Costantino, di una società malata e di una famiglia che delega le proprie responsabilità ad altre agenzie educative, pensando di aver assolto ai propri doveri, non capendo che c'è una altissima correlazione tra la devianza e l'assenza genitoriale.

Vito sardone
Vito sardone
2 anni fa

Buongiorno Costantino, sono d'accordo su quasi tutto, ma se il governo continua con regole e insegnamenti che non costruiscono del tutto, ma per loro convenienza, certamente alcune persone che non possono mettere cibo sulle loro tavole, qualcosa dovranno pur fare, non credi? Quindi cercano un modo pur sembrando disonesto, di non fare mancare il piatto ai loro figli… I veri criminali sono loro. Buona giornata

Angela Magliocca
Angela Magliocca
2 anni fa

In questo caso di cronaca davvero drammatico, da mamma, credo che le colpe siano di tutti.
Genitori che giocano a fare gli amici dei figli e degli amici dei propri figli.
Perché così ci si sente moderni ed intanto, vengono a mancare regole, responsabilità e i sani valori.
Dall'altra parte c'è una legislazione carente che va rivista per cercare di riportare all'ordine il vivere comune.
Non si tratta di forze dell'ordine.
Noi possiamo chiamare, chiedere aiuto, denunciare, ma la legge poi non ci cautela come dovrebbe.
Credo siano questi i due elementi principali che hanno portato a questa tragedia.
Io sono una mamma di 48 anni e mi accorgo sempre di più che prima dei nostri figli, siamo noi genitori della mia generazione a dover essere rieducati. Abbiamo concesso troppe libertà e troppa mat

Marilù Liso
Marilù Liso
2 anni fa

L'importanza dei “NO” da dire ai nostri figli credo abbia aiutato molti genitori a riflettere. Dovremmo fermarci ed ascoltarli questi figli, prima che sbaglino. Dopo diventa un nostro fallimento e di nessun altro. Molti e davvero interessanti gli spunti di riflessione in questo articolo.

Angela Rosanna Dadamo
Angela Rosanna Dadamo
2 anni fa

Terapie indirette per modificare la comunicazione e le strategie messe in atto dai genitori rispetto a quelle che hanno tentato e non hanno funzionato.
Terapie familiari che portino i figli ad essere più collaborativi e più capaci di modificare la percezione che hanno dei problemi.
Uno sblocco che conduca al riassestamento dei componenti della famiglia, proponga nuovi ruoli genitoriali e permetta il riconoscimento di dignità di adulti ai figli.
Educazione sentimentale nelle scuole che formi i ragazzi dal punto di vista emotivo e che li educhi alle differenze, al rispetto, alla comprensione. Aiutarli a dare un nome a emozioni che non conoscono, fondamentali per la crescita.
A questo punto, lo Stato ,con risorse e sostegni dedicati per terapeuti, psicologi ,esperti messi a disposizione.

Tiziana Dibari
Tiziana Dibari
2 anni fa

Da genitore di tre figli , credo che la nostra colpa più grande sia quella di donare ad ogni costo , perché non manchi nulla, per colmare le nostre mancanze , quelle che ci hanno fatto crescere , ma soffrendo… A volte mi impongo di non dare ma mi rendo conto che fa stare male. Essere genitori oggi è davvero difficile.
Grazie mille per le bellissime considerazioni contenute nell'articolo…ne farò tesoro!

Saverio costantino
Saverio costantino
2 anni fa

Neanche abbiamo seppellito Caludio e si presenta altro caso a Bisceglie …che tristezza e che delusione

Raffaella Capigna
Raffaella Capigna
2 anni fa

Ho sempre rimpianto da ragazza una mamma amica, ma oggi le dico grazie!!
È un ottima educatrice( perché è presente tutt’ora) con i suoi rimproveri , le sue negazioni mi ha fatto crescere con desideri, con voglia di fare… ho una bella famiglia due figli splendidi, forse oggi un po’ fuori luogo per il loro modo di essere rispettosi ed educati.
Ma i miei no li hanno resi forti interiormente e volenterosi di fare grandi cose…
Gli auguro di poter sognare liberi e di riuscire a tracciare il loro percorso con serenità.
Condivido pienamente ciò che è stato scritto

Saverio Costantino
Saverio Costantino
1 anno fa
Rispondi a  Raffaella Capigna

Penso che ogni elemento di crescita sia un buon investimento per i giovani

Anna Spera
Anna Spera
2 anni fa

Buongiorno, sento di dire la mia senza spendere milioni di parole xche ne sono state spese tante. Il problema va affrontato alla radice e la radice è il nucleo famigliare a prescindere dal contesto in cui viviamo che parliamoci chiaro se io educo mio figlio o do a mio figlio esempio di violenza verbale e tant'altro che oggi padroneggia nelle nss. case non si va da nessuna parte. Bisogna dare ai nss. figli i valori morali e non quelli venali. Bisogna fare un passo indietro e imparare a dire NO. Le istituzioni devono essere di supporto e non sostituirsi a noi che dovremmo essere la prima scuola di vita. Riflettiamo su questo,…….amare ed essere amati e non ad annientare l'altro.