Una
interrogazione al Ministro dell’Economia e delle Finanze Tria è stata
presentata al Senato, in qualità di primo firmatario, dal senatore di
Forza Italia Dario Damiani in merito all’avviso pubblico del 27 febbraio
scorso di “manifestazione di interesse per il conferimento di incarichi
di consulenza a titolo gratuito sul diritto – nazionale ed europeo –
societario, bancario, dei mercati e intermediari finanziari”.
Nell’interrogazione si evidenziano i presunti profili di illegittimità
del bando, in primis la gratuità del compenso che contrasta con la
normativa, anche costituzionale, sulla inderogabilità di un equo
compenso per il professionista, proporzionato alla complessità
dell’incarico.
“Inaccettabile che proprio un Ministero proponga a dei
professionisti di violare le regole deontologiche accettando incarichi
non retribuiti che li esporrebbero alle sanzioni dell’Ordine di
appartenenza. Per loro non è previsto neanche un compenso per le
eventuali spese vive sostenute, per cui, di fatto, dovrebbero pagare per
lavorare – dichiara il sen. Damiani – Ma, più in generale, va
stigmatizzata la tendenza di questo governo a sminuire il lavoro, in
questo caso della categoria dei liberi professionisti già sotto attacco
su vari fronti, a svilirne l’importanza e la dignità al punto da
ritenere le prestazioni professionali non meritevoli di compenso. Una
visione probabilmente in linea con scelte generali che privilegiano
l’assistenzialismo piuttosto che il sostegno alle categorie produttive
del Paese, che respingiamo con decisione”.
Secondo i firmatari
dell’interrogazione, la giustificazione data dal MEF circa la
limitazione dell’avviso alle sole personalità del mondo accademico, che
non intratterrebbero quindi alcun rapporto di lavoro con il dicastero,
sarebbe del tutto priva di significato. Tale avviso potrebbe creare un
pericoloso precedente e, pertanto, chiedono di sapere come il Ministro
intenda “riparare al vulnus creato” e “quali tutele siano previste per i
professionisti eventualmente interessati”.