Cultura

“In questo angolo di mondo”, anime del manga alla Multisala Paolillo

Eleonora Ghizzota
Una narrazione delicata e drammatica, che mostra quanto poco le comunità più semplici, che vivevano lontane dal centro della città, fossero effettivamente a conoscenza di ciò che accadeva attorno a loro
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L’orrore della guerra e della bomba atomica e la quotidianità che trova in sé stessa il coraggio e, perché no, persino la poesia di andare avanti grazie alla forza degli affetti. “In questo angolo di mondo” è un film del 2016 co-sceneggiato e diretto da Sunao Katabuchi; prodotto dalla MAPPA, il film è l’adattamento anime del manga “Kono sekai no katasumi ni” di Fumiyo Kouno.

L’opera narra la storia di una famiglia che cerca di riprendere in mano la propria vita nella città di Kure, sulla costa della prefettura di Hiroshima, durante la seconda guerra mondiale. La protagonista è la solare e onesta Suzu Urano, che sposa un ufficiale della marina militare di stanza al distretto di Kure. Spinta dalle migliori intenzioni, Suzu si anima all’idea di iniziare una nuova vita con Hojo e la sua famiglia e, dopo aver lasciato la città natale, la giovane inizia ad adattarsi alla sua nuova vita a Kure, cercando di far combaciare il suo animo sognatore e poetico alle difficoltà della guerra.

Una narrazione delicata e drammatica, che mostra quanto poco le comunità più semplici, che vivevano lontane dal centro della città, fossero effettivamente a conoscenza di ciò che accadeva attorno a loro</strong>; il disastro di Hiroshima viene infatti osservato in lontananza da una collina e ciò che si vede non è altro che un bagliore accecante. Tutti i personaggi vengono prima o poi toccati da una disgrazia: la morte di una figlia, di un fratello, l’angoscia nel veder partire per la guerra il proprio marito, la perdita di un arto e l’opprimente sensazione di essere diventati ormai un peso. Nonostante la totale distruzione, stupisce come tutti trovino la forza di andare avanti, animati da un forte attaccamento alla vita che li spinge a rialzarsi e ricominciare ogni volta; sebbene i bombardamenti siano ormai all’ordine del giorno, l’affetto che unisce la famiglia Hojo riecheggia più forte delle esplosioni nei momenti più bui passati nel rifugio antiaereo.

Un’ottima occasione per dimostrare che spesso e volentieri l’animazione giapponese tratta argomenti molto più seri di quanto si è soliti credere: lo dimostra anche il fatto che il pubblico non fosse composto solo di bambini e ragazzi, ma anche adulti appassionati che hanno potuto confrontarsi con i più giovani.

Prossimo appuntamento al 24 ottobre con “La forma della voce” (“Eiga koe no katachi”), adattamento anime del manga A Silent Voice di Yoshitoki Ouima.

giovedì 21 Settembre 2017

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