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9 giugno 1309: Carlo II d’Angiò autorizza i Domenicani a prelevare la statua di Eraclio per fonderla

La Redazione
Ma quando i domenicani tornarono a Barletta, il re era morto e i barlettani si opposero alla consegna
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9 giugno 1309: Carlo II d’Angiò (1285-1309) autorizza i Domenicani di Manfredonia a prelevare dal molo la statua di Eraclio per fonderla

Nel 1309 i frati Domenicani di Manfredonia si rivolsero a Carlo II per ottenere un prestito per l’acquisto delle campane della nuova chiesa in costruzione presso Siponto. Il sovrano, a corto di denaro, sentendosi ormai prossimo alla fine non se la sentì di opporre un rifiuto ai postulanti. Così autorizzò i conventuali a fondere il bronzo di una grande statua abbandonata da tempo su una banchina del molo, accanto alla Dogana, che i marinai di Santa Maria avevano confidenzialmente ribattezzato Arè, diminutivo barlettanizzato di Eraclio.

Ma quando i domenicani tornarono a Barletta, il re era morto e i barlettani si opposero alla consegna, né il figlio Roberto darà corso all’impegno del padre. (R. RUSSO, Barletta la Storia, Editrice Rotas – Barletta 2004)

 

Didascalie:

Copertina Eraclio fra storia e leggenda

Eraclio, il colosso di Barletta in un disegno di Daniele Diella

 

mercoledì 9 Giugno 2021

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