Cultura

“Tredici”, la street art è un arredo urbano che riqualifica il Parco Mennea a Barletta

Mirella Vitrani
Due artisti chiedono al Comune il permesso di ridare dignità ad uno spazio in degrado
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Attraversando quello che è chiamato “Parco Mennea” a Barletta, proprio pochi giorni fa, non si poteva fare a meno di provare un senso di amarezza, pensando a quanto poco basterebbe per restituire civiltà agli spazi pubblici, e forse concludere che la nostra città negli ultimi tempi appaia più degradata. E’ probabile che il pensiero ci accompagnasse almeno per un lungo tratto, diciamo come minimo finché alle nostre spalle finivano, oltre alle aiuole secche dove il prato non c’è, tutta la litoranea Pietro Mennea.

La contrarietà si trasforma in un sorriso di speranza, dopo che lunedì 3 luglio due artisti hanno pensato bene di realizzare un’opera di steet art, con il consenso dell’amministrazione comunale. Sul muretto di 10 metri che confina il parco, l’artista visivo barlettano Raffaele Fiorella e il tranese Alessandro Suzzi, quest’ultimo del collettivo Gods in Love, hanno interpretato la Disfida di Barletta con tredici personaggi che si affiancano sul muro, alternandosi in una successione che parte con Raffaele Fiorella. Ognuno dei due realizza, esprimendo il proprio contraddistinto e riconoscibile stile, rappresentazioni surreali e contemporanee dei cavalieri protagonisti della vittoria italiana sui francesi; tramite colpi di pennello e vernici per esterni che danno vita a teste e volti tra loro sempre differenti. Oltre ai colori della Disfida, bianco, rosso e azzurro, si aggiunge un predominante colore giallo che riconsegna una coerente atmosfera pop-contemporanea in cui spiccano contaminazioni con personaggi di favole e storie come l’uomo di latta del Mago di Oz, un personaggio dal naso che ricorda quello di Pinocchio, e poi ET, e altre suggestioni ancora che si aprono a diverse interpretazioni; come è solita porsi, nel suo atto comunicativo, tutta l’arte contemporanea.

Gli elementi di Alessandro Suzzi ricordano la sua street art diffusa nei centri storici del nostro territorio, mentre, per Raffaele Fiorella, emerge un po’ dello stile di alcune visioni, in particolare quelle legate alle sculture in terracotta che, oltre ad essere “discretamente” ubicate per le città, sono esposte al museo Pino Pascali di Polignano a Mare e al Museo del territorio a Corato.

I due stili si alternano e combinano bene, gli abiti a strisce e pois dei cavalieri italiani ricordano la storia medioevale del 13 febbraio 1503 e parlano anche dei nostri tempi.

L’opera si può considerare un arredo urbano, nato con l’intento di stimolare i giovani che occupano quello spazio, alla civiltà e al rispetto della città in generale</strong>; tramite l’educazione a questo tipo di arte così diffusa nei grandi centri urbani, capace con immediatezza di lanciare messaggi di cultura e bellezza. La valorizzazione e diffusione di arte negli spazi pubblici è un mezzo che, senza costi per la città, rappresenta il primo step per stimolare il rispetto del prossimo e della cosa comune, e la street art è senz’altro una via per educarsi all’arte e alla sensibilità per il bello.

I due autori dicono di essere stati sostenuti dai ragazzi che occupavano lo spazio, c’è da aspettarsi quindi volontà di preservare questo posto, che con un po’ di verde potrebbe cominciare a dare un senso all’appellativo stesso di “parco”.

mercoledì 5 Luglio 2017

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