Attualità

Mura del Carmine, ecco il progetto definitivo per recupero e valorizzazione

La Redazione
Una nota dei progettisti sugli interventi che verranno realizzati
scrivi un commento 1126

Vincitore del concorso “Periferie 2017”, il progetto definitivo “LAVORI DI RECUPERO E DI MESSA IN SICUREZZA DELLE MURA DI VIA MURE DEL CARMINE” a Barletta è stato approvato dalla Regione Puglia nell’ambito SISUS. Porta la firma degli architetti Mariacristina Agnello, Maio
Maria Rosario Bruno, Massimiliano Cafagna, Vincenzo
Salierno & Euro Tecnico Sevice.

Di seguito una nota dei progettisti di chiarimento sugli interventi che verranno realizzati.

“Nel progetto di recupero è stata compiuta la scelta di non ripristinare lo stato originario della muratura aragonese ma di mantenere la commistione di materiali perché testimonia le diverse fasi evolutive della cinta muraria.

In base allo stesso principio, sia gli interventi di cuci-scuci che la risarcitura delle lacune, quando non derivata da significative fasi costruttive delle mura ma dovuta a soli fenomeni di degrado, avverrà con materiale omogeneo rispetto al paramento murario. La riconoscibilità dell’intervento sarà garantita dalla sfumatura di colore della pietra nuova, dalla sua regolarità e dalla inevitabile riconoscibilità della posa in opera che verrà compiuta dalle maestranze.

Per quanto concerne il coronamento delle mura, negli interventi di restauro del “Lotto 1” si decise di concludere superiormente il paramento murario con un cordolo in pietra bocciardata privo di aggetto rispetto al paramento, e dunque privo di gocciolatoio. Tale soluzione ha causato nuovi problemi al paramento recentemente risanato a causa della percolazione delle acque meteoriche, come lo sviluppo di patina biologica e la presenza di dilavamento. Infine, a mo’ di parapetto, è stata apposta una ringhiera di protezione, realizzata con finitura opaca color canna di fucile.

Nell’ambito del progetto per il Lotto 2, si è deciso di realizzare un parapetto in conci di carparo squadrati con tessitura gotica a due teste 37x25x20 cm, posizionati in sottosquadro rispetto al paramento originario sottostante. Il parapetto sarà concluso da un cordolo in pietra dura calcarea provvisto di gocciolatoio e aggetto di 5-7 cm.

La scelta che il paramento murario conformi anche l’elemento del parapetto si fonda su valutazioni storico-filologiche: in antico, infatti, il paramento murario delle fortificazioni si elevava oltre la quota stradale, per garantire la protezione alle milizie e ottemperare agli scopi difensivi delle fortificazioni. La scelta di un parapetto in muratura e non metallico, inoltre, trova confronti in numerosi interventi di restauro di circuiti murari pugliesi, quali ad esempio nelle città di Ostuni, Monopoli, Bari, Giovinazzo, Molfetta e Trani. Anche in base a valutazioni di carattere architettonico, inoltre, le qualità formali di una ringhiera metallica appaiono incompatibili con l’estetica della cinta muraria, alterandone il carattere di testimonianza storica. Il progetto per il Lotto 2, dunque, propone un parapetto opaco in muratura, riprendendo il tipo già presente all’estremità occidentale delle mura (Forte Paraticchio) e in previsione di una auspicabile sostituzione di quello metallico del Lotto 1.

In coerenza con la stessa filosofia progettuale, anche il Barbacane 4 verrà coronato da un parapetto con le stesse caratteristiche costruttive ed in continuità con il parapetto dei tratti lineari attigui. Si propone anche la demolizione della scala novecentesca che si attesta sul suo fianco, restituendo alla torre la propria volumetria originaria. Dai rilievi e dalle indagini effettuate, inoltre, si evince che i conci della scala non sono ammorsati con quelli del barbacane: tale condizione consente di ipotizzare il recupero della muratura originaria senza necessità di integrazioni del paramento, occultato ma non alterato dalla scala posticcia .

Altra scelta critica riguarda il barbacane 5 (B5), quasi del tutto crollato. Si prevede in primo luogo la pulitura dell’area con l’eliminazione della porzione di nucleo franato, al fine di mettere in luce ciò che permane della struttura originaria.

Dall’analisi dei documenti storici e dal rilievo delle rovine si ricavano le misure precise dell’ingombro della torre difensiva crollata, così come delle altre presenti sul fronte delle mura, peraltro originariamente in numero maggiore rispetto a quelle superstiti. La presenza e la collocazione dei barbacane, inoltre, va considerata come una testimonianza preziosa di come venivano realizzate le cinte murarie del XVI secolo e del modus operandi delle maestranze in quell’epoca. Il progetto assume dunque questa condizione, valutando necessario recuperare la memoria storica del barbacane crollato attraverso un intervento di nuova progettazione, conforme ai criteri di riconoscibilità e removibilità, ma che restituisca la volumetria dell’elemento crollato.

Si propone dunque di ripristinare la torre mediante una struttura metallica a telaio retta da quattro pilastri in profilati HE 20, attestati all’interno della volumetria originaria; a questi si ancoreranno dei pannelli in lamiera stirata Cor-Ten che conformeranno la sagoma della torre per linee d’inviluppo. I pannelli saranno distanziati dai pilastri e dal basamento, e posti in aggetto rispetto al muro stesso, onde evitare futuri danneggiamenti del paramento superstite a causa della percolazione. Il pavimento alla quota della fondazione, la cui area è corrispondente all’ingombro del barbacane, verrà trattata con del pietrame mentre quella superiore, calpestabile, sarà in continuità fisica con il marciapiede esistente ma sempre realizzata in pannelli di lamiera stirata, affinché sia riconoscibile l’intervento anche dalla passeggiata lungo la strada sopramurale”.

lunedì 20 Maggio 2019

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti