Altri Sport

Tennistavolo, la FITET non ha ancora varato un piano anti-crisi

Cosimo Sguera
Paralizzate tutte le attività sportive
scrivi un commento 662

Com’e’ tragicamente noto, un virus particolarmente aggressivo, il Covid – 19, sta tenendo con il fiato sospeso la Nazione tutta da oltre tre settimane e, quel che e’ piu’ grave, sta facendo registrare un numero rilevante di decessi (oltre 12.000).Le misure cosiddette “di contenimento” (atte cioe’ a scongiurare la propagazione dell’epidemia sull’intero territorio italiano), inizialmente in scadenza il prossimo 3 aprile, sono state prorogate fino al giorno 15 del mese corrente a seguito di un andamento epidemiologico tutt’altro che confortante. Le limitazioni imposte attraverso l’emanazione di decreti sempre piu’ restrittivi non hanno sortito, almeno finora, gli effetti sperati con l’inevitabile consecutio di paralizzare quasi tutte le attivita’ nazionali, incluse quelle sportive. Su precisa disposizione del CONI, tutte le Federazioni Sportive Nazionali nonche’ tutti gli Enti di Promozione Sportiva, si sono visti costretti ad un subitaneo stop dell’attivita’ agonistica e formativa, in ottemperanza ad un Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (emanato nei primi giorni di marzo) con cui sono state proibite tanto le gare quanto le sedute di allenamento. Il tennistavolo, inizialmente autorizzato a proseguire in quanto privo di contatto fisico (a seguito di una valutazione affrettata ed assolutamente errata in quanto due pongisti, sia nel corso di un match che di un comune allenamento,nonostante la distanza interpersonale garantita dalla lunghezza del tavolo, entrano costantemente in contatto manuale con la pallina che diventa il vettore di un possibile contagio), e’ finito anch’esso nella black list unitamente a tutte le altre discipline.

Il microcosmo pongistico, caratterizzato dall’inesauribile passione e dalla costanza di coaches oltreche’ degli atleti, si e’ dovuto fermare ex abrupto.Drastico mutamento,dunque, nello stile di vita di chi era abituato a sudare tanto, a sottrarre tempo prezioso alle persone care per ricercare,attraverso una capillare preparazione, la migliore condizione tecnica, preludio naturale a gratificanti performances agonistiche.Questa sedentarieta’ “coatta”, induscutibilmente necessaria per mettere in sicurezza la salute pubblica in un momento tragico come quello che stanno vivendo l’Italia e gran parte del Pianeta, e’ un pericolosissimo detonatore tanto per la crescita tecnica di qualsivoglia sportivo quanto per la situazione finanziaria dei sodalizi. L’associazionismo sportivo dilettantistico,ovvero quello di cui il tennistavolo e’ un insigne esponente, vive fondamentalmente di reclutamento e di simbolico supporto economico da parte di privati.Una pausa cosi’ lunga come quella che sta tenendo fermo ai box il mondo sportivo nazionale rischia seriamente di compromettere la sopravvivenza di gran parte delle associazioni sportive del panorama pongistico nazionale. La naturale dispersione delle giovani leve oltreche’ dei neo iscritti (demotivati da uno stop cosi’ marcato), la conseguente perdita delle relative quote mensili di frequenza, l’ineluttabile crisi economica che fara’ seguito a questa tragedia sanitaria e l’ulteriore difficolta’ da parte dei sodalizi a reperire risorse economiche necessarie alla realizzazione dell’attivita’ agonistico – formativa metteranno letteralmente in ginocchio una parte consistente dell’associazionismo pongistico nazionale.Per consentire a queste realta’ (che, e’ quanto mai opportuno ricordare, non perseguono fini di lucro) di non sparire dallo scenario sportivo nazionale restano disponibili due sole scialuppe di salvataggio: quella istituzionale e quella federale.

La prima,attraverso l’emanazione del Decreto “Cura Italia”, ha mostrato assoluta ed inequivocabile insensibilita’verso l’associazionismo dilettantistico, destinando allo stesso risorse inadeguate e condannandolo ad un’inaccettabile eutanasia.
La seconda, ovvero la Federazione Italiana Tennistavolo,si sta comportando da vera e propria “madre snaturata”. A quasi un mese dal tragico start di questa pandemia che lascera’ un segno indelebile in tutti noi,il Governo del tennistavolo italiano ha letteralmente dimenticato i suoi compiti e ,quel che e’ peggio, la tutela di centinaia di a.s.d. affiliate (oltreche’di atleti, di tecnici, di dirigenti “senza portafoglio”).E’ inammissibile che il Consiglio Federale, dopo l’ultima riunione tenutasi lo scorso 23 febbraio, non abbia avvertito l’insopprimibile necessita’ di ritrovarsi con le cautele del caso (ossia tramite una normalissima videoconferenza) e di varare un piano anti – crisi. E’ assurdo ed inconcepibile,dopo un mese di pausa, non avere ancora programmato una qualsivoglia conclusione della stagione agonistica.E’ inaccettabile, dopo uno standby cosi’ lungo, non avere ancora messo a punto una strategia che salvaguardi le gia’ magre risorse con cui il 90% dei sodalizi pongistici e’ costretto a svolgere l’attivita’.

Questa stasi non ha alcuna ragion d’essere, e’ assolutamente improduttiva e fortemente lesiva dell’immagine che le numerose a.s.d., a costo di inenarrabili sacrifici, sono riuscite a costruire in tanti anni di attivita’.Da questa apatia la FITET ha il dovere morale di uscire quanto prima per il bene della sua collettivita’. Preso atto che molto probabilmente da questa indimenticabile emergenza la Nazione tutta potrà venire fuori a meta’ del prossimo mese di maggio, la FITET deve immediatamente rimboccarsi le maniche e smettere di sbadigliare.Bisogna decretare la conclusione del corrente anno agonistico, tenendo conto delle classifiche a Squadre (in tutte le Serie,sia nazionali che regionali) maturate al termine del girone di andata. O,in alternativa, calendarizzare la disputa delle restanti giornate di tutti i Campionati a Squadre nel prossimo mese di giugno, se non addirittura di luglio (compatibilmente con la riapertura degli impianti),consentendo agli atleti un mese di allenamento prima di scendere nuovamente in campo.Si sposti lo svolgimento dei Campionati Italiani Individuali,programmati inizialmente per il prossimo mese di giugno a Riccione, nel mese di agosto o di settembre nella medesima localita’.Si faccia slittare ad ottobre la fine dell’ anno agonistico 2019 – 2020 (tradizionalmente fissata al 30 giugno) e si faccia partire la nuova stagione (che solitamente prende il via a luglio) a novembre o a dicembre. Per mettere in cassaforte i magrissimi bilanci profondamente danneggiati dall’emergenza socio -sanitaria, la FITET sollevi tutte le societa’ da qualsivoglia onere (tassa di riaffiliazione, quote di tesseramento atleti e tecnici, iscrizioni ai Campionati a Squadre e/o Individuali) per l’intero anno agonistico 2020 – 2021. Servono fatti, servono azioni concrete e tempestive, non certo “relazioni sull’entita’ dei danni subiti” come quelle richieste dalla Federazione alle societa’.
Tempus fugit e non c’e’ piu’ un giorno da perdere.
Altrimenti qualsivoglia sodalizio italiano,cosi’ come la “datata” Polisportiva Dilettantistica ACSI ONMIC Barletta, sara’ legittimato a pronunciare , nei confronti di una Federazione in chissa’ quali faccende affaccendata, la fatidica frase: “Quo usque tandem abutere patientia nostra?”.

mercoledì 1 Aprile 2020

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Saverio minervini
Saverio minervini
4 anni fa

Suggerirei di chiudere qualsiasi campionato nel mese di ottobre perche le palestre scolastiche dove giocano l'ottanta per cento delle societá difficilmente saranno disponibili nei mesi estivi. Poi riprendere la nuova stagione a gennaio. Tutto qui.