Altri Sport

Tennistavolo, settori giovanili a rischio

Cosimo Sguera
Attività ancora ferma ai box a seguito delle restrizioni applicate cinque mesi or sono per contrastare il propagarsi del coronavirus
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E’ appeso ad un filo particolarmente sottile il destino dei settori giovanili dell’associazionismo sportivo dilettantistico indoor, ovvero della parte piu’ pura e piu’ tenace dello sport nazionale che, a tutt’oggi, e’ ancora ferma ai box a seguito delle restrizioni applicate cinque mesi or sono per contrastare il propagarsi del coronavirus. Si allontana sempre piu’ quel mesto periodo in cui ogni cittadino,in nome della salvaguardia della pubblica salute,ha rinunciato ad una parte consistente della liberta’ individuale; si allontana sempre piu’ quel tristissimo periodo caratterizzato dal panico,dallo sconcerto, dall’incertezza, dallo smarrimento, dal pessimismo,dalla delusione. Non cessa, e sinceramente si stenta a comprenderne la ratio, il lungo ed intollerabile stop dell’attivita’ sportiva dilettantistica indoor. Il microcosmo dell’associazionismo dilettantistico e’ ostaggio,da oltre due mesi, dell’incomunicabilita’ tra le varie istituzioni e,quel che e’ davvero inammissibile, dell’insensibilita’ nei confronti dello “sport senza fini di lucro”.Com’e’ noto, l’attivita’ sportiva dilettantistica italiana vive (anzi sarebbe opportuno affermare che sopravvive) solo grazie alle quote mensili di frequenza e alle sporadiche erogazioni liberali.Se a cio’ si aggiunge che l’espletamento dell’attivita’ in tutte le sue forme (agonistica, formativa,ricreativa) e’ reso possibile esclusivamente grazie alla fruizione,da parte dei sodalizi dilettantistici, delle palestre scolastiche,non occorre una “mens leonardesca” per comprendere che l’indisponibilita’ (da ben 5 mesi) degli impianti sportivi scolastici rischia seriamente di decretare la scomparsa prematura di un numero consistente di a.s.d.. A seguito di una pausa tanto lunga quanto immotivata, l’associazionismo sportivo dilettantistico (in seno al quale il tennistavolo riveste un valore tutt’altro che pleonastico) e’gia’ in frantumi,in primis a causa dei mancati introiti prima menzionati e in secundis a causa di un vero e proprio sbriciolamento dei settori giovanili,vere e proprie “finestre sul futuro” per un numero rilevante di sodalizi. Dinanzi ad uno scenario siffatto cosa hanno fatto e/o cosa stanno facendo le autorita’ preposte?L’istinto indurrebbe a rispondere NULLA,la ragione alimenta ancora un barlume di speranza. A tenere ancora accesa questa fiammella contribui’, due mesi e mezzo or sono, il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora.Il titolare del dicastero appena citato dispose, all’interno del D.P.C.M. emanato il 17 maggio, la riapertura delle palestre (sia pubbliche che private) a partire dal 26 maggio.

Se la
data or ora menzionate fosse stata rispettata, tutto il movimento
sportivo dilettantistico indoor ora sarebbe regolarmente operativo.E
invece pare incredibilmente che per lo sport “senza guadagni
astronomici” le lancette dell’orologio si siano fermate.Cosa ha impedito
la ripartenza dell’attivita’ indoor voluta da Spadafora?Come
sappiamo,gli appigli burocratici sono quei maledetti espedienti che in
Italia funzionano perfettamente e che impediscono,con puntualita’
teutonica, il passaggio dalla teoria alla pratica.Quando le palestre
erano sul punto di riaprire i battenti,ecco profilarsi all’orizzonte il
mostro “sanificazione degli ambienti”.Con misere speculazioni e con
l’evidente intento di fare perdere tempo preziosissimo si e’ tentato di
trasformare in “problema dell’anno” un adempimento semplice e
rassicurante.Benche’ consapevoli che quello della sanificazione dei
locali adibiti ad uso sportivo e’ un onere spettante agli Enti
proprietari degli immobili e non invece ai soggetti fruitori degli
stessi, tanti (troppi) Comuni d’Italia hanno tentato di scaricare
l’ennesimo fardello sulle a.s.d. gia’ disastrate dall’emergenza
sanitaria.L’Amministrazione Comunale di Barletta, in evidente
controtendenza, ha teso una mano all’associazionismo dilettantistico.Il
Sindaco dott.Mino Cannito e la dott.ssa Caterina Navach (Dirigente
Settore Sport del Comune), nell’intento di riaprire tempestivamente le
palestre scolastiche, hanno incontrato tutte le associazioni e,nel corso
del consesso,hanno esposto alla stesse le modalita’ di attuazione della
sanificazione,rassicurando le a.s.d. barlettane sui costi
dell’adempimento.Quella fiamma della speranza prima menzionata
sembrava,dunque, essere stata ravvivata,almeno nella Citta’
dell’immenso Pietro Mennea, dalla sensibilita’ delle autorita’ locali
quando,all’improvviso, un vero e proprio macigno e’ piombato sui
sodalizi dilettantistici.

Il ministro della
Pubblica Istruzione Lucia Azzolina, adducendo come misera attenuante la
carenza di spazi da destinare all’attivita’ didattica e la contestuale
necessita’ di salvaguardare (attraverso il distanziamento “statico”) la
salute degli alunni,ha disposto la trasformazione delle palestre
scolastiche in aule “confortevoli e batteriologicamente sicure”.Una
decisione ammissibile nella forma ma sconcertante nella sostanza, una
coltellata al cuore della associazioni sportive dilettantistiche
che,private delle palestre scolastiche,sarebbero costrette ad
interrompere bruscamente qualsivoglia attivita’ e quindi a dissolversi
in nome di una presunta prevenzione sanitaria. Se si considera che l’80 %
dei sodalizi dilettantistici fruisce degli impianti sportivi scolastici
e che non e’ possibile concentrare l’attivita’ agonistico – formativa
di tutte le associazioni nei Palasport,non e’ difficile desumere che il
rischio “estinzione” per le a.s.d. e’ particolarmente elevato e che i
settori giovanili delle stesse,per evidente assenza di fasce orarie da
destinare alla formazione, sono ad un passo dal baratro. Ai ripari,e’
fin troppo evidente, bisogna correre e pure in fretta. Basta con i
rimpalli di responsabilita’,basta con gli ipocriti allarmismi dietro i
quali si celano favoritismi o torbidi interessi,basta con la
mortificazione dello sport dilettantistico che e’ presumibilmente la
piu’ sociale delle attivita’! Le istituzioni tutte interroghino le
proprie coscienze, rivalutino tempestivamente l’importanza sociale
dello sport “sine pecunia” e riconcedano le palestre gratis et amore dei
(quantomeno per risarcire le a.s.d. dell’enorme danno economico
generato da questo lungo stop). L’impegno e la dedizione di tanti,troppi
sodalizi (tra i quali non si puo’ fare a meno di menzionare la “quasi
quarantenne” Pol.Dil.ACSI ONMIC Barletta) che hanno scritto indelebili
pagine di storia dello sport italiano non possono essere spazzati via
dall’insensibilita’, dall’incompetenza e dal predominio della
burocrazia.

Lo sport e’ vita ed i giovani sono la ragione di vita per qualsivoglia disciplina!

lunedì 3 Agosto 2020

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