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Tennistavolo, la stagione incombe ma le palestre sono ancora chiuse

Cosimo Sguera
Non c'e' una valida ragione,una sola,che possa ancora giustificare l'inaccessibilita' agli impianti sportivi scolastici
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Sono trascorsi ben sei mesi da quel dramma socio-sanitario, tristemente noto a tutti con il sostantivo Coronavirus.Sono trascorsi sei mesi da quei giorni mesti, caratterizzati da bollettini inquietanti, dall’incredulita’, dallo smarrimento generale, dal terrore che questo “male oscuro” potesse decretare la fine di tutto. Sono trascorsi sei mesi da quella serie di decreti restrittivi che, nel volgere di pochi giorni, limito’ drasticamente la liberta’ individuale, modificando ex abrupto il modus vivendi di milioni di italiani. Lo sport, attivita’ sociale d’inequivocabile importanza, fini’ nel “calderone” unitamente ad altre occupazioni costrette allo stop subitaneo. Su precisa disposizione del CONI, tutte le Federazioni Sportive e tutti gli Enti di Promozione Sportiva, a seguito di un elevatissimo numero di contagi oltreche’ di decessi, si videro costretti a concludere anzitempo la stagione agonistica e, dato tutt’altro che irrilevante, a vietare categoricamente l’attivita’ formativa espletata da tutti gli organismi affiliati. La chiusura sine die delle scuole (e quindi delle palestre) costrinse l’associazionismo sportivo dilettantistico (fruitore, nella misura dell”80%, degli impianti sportivi scolastici) a riporre ogni speranza e a confidare esclusivamente nella buona sorte. Come ben sappiamo, il tempo scorre inesorabilmente e con esso anche i piu’ infausti accadimenti. La tragedia sanitaria, vero e proprio tsunami che investi’ la nostra Nazione sei mesi or sono, si e’ fortunatamente ridimensionata, consentendo un graduale e necessario ritorno alla normalita’.Tutti i settori, sottolineo tutti, sono stati messi in condizione di riprendere la fisiologica operativita’, eccezion fatta per lo sport dilettantistico. Per quale incomprensibile ragione non si e’ ancora consentito lo start alla parte piu’ povera e piu’ verace dell’attivita’ sportiva nazionale?

Nel D.P.C.M. datato 18 maggio il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora dispose la riapertura, a decorrere dallo scorso 26 maggio, di tutte le palestre (sia pubbliche che private). In Puglia il governatore Michele Emiliano, in perfetta sintonia con il Decreto teste’ menzionato, emise un’Ordinanza analoga con il chiaro intento di consentire la ripartenza dello sport dilettantistico indoor, gravemente danneggiato da mesi di totale inattivita’. Questi due provvedimenti, purtroppo, non sortirono gli effetti sperati, rivelandosi un vero e proprio “miraggio nel deserto”. Quale ostacolo insormontabile si frappose tra la reale disponibilita’ di talune istituzioni e l’improcrastinabile bisogno di ripartire da parte dell’associazionismo dilettantistico? All’orizzonte si intravide uno scoglio di proporzioni inaudite, uno scoglio chiamato “sanificazione”. Per amore della trasparenza, e’ quanto mai opportuno sottolineare che quello della sanificazione degli ambienti adibiti ad uso sportivo e’ diventato il “confortevole pretesto burocratico” sfoderato da taluni Enti Locali (Comuni e Province) per non adempiere o, se si preferisce, per ostacolare la legittima ripartenza dell’attivita’ sportiva dilettantistica indoor.

Quale atteggiamento hanno deciso di adottare a riguardo le Autorita’ Comunali di Barletta? Al fine di tendere concretamente una mano alle locali a.s.d., due mesi or sono il Primo Cittadino dott.Mino Cannito e la dott.ssa Caterina Navach ( Dirigente Settore Sport del Comune) incontrarono (presso il Palazzo di Citta’) l’associazionismo dilettantistico tutto e, nel corso del consesso,illustrarono le modalita’ di sanificazione delle strutture sportive, tranquillizzando i dirigenti presenti, terrorizzati dal timore di dovere sostenere costi proibitivi e, a causa degli stessi, di dovere interrompere definitivamente qualsivoglia attivita’. Nel corso della riunione or ora menzionata il Sindaco e la dott.ssa Navach si impegnarono ufficialmente ad incontrare tutti i Dirigenti scolastici per disporre, in armonia con gli stessi, la tempestiva riapertura delle palestre scolastiche e l’immediata concessione ai sodalizi sportivi richiedenti. Come volevasi dimostrare, tra il dire ed il fare c’e’ di mezzo il mare: sono trascorsi circa due mesi da quell’incontro che sembro’ essere la panacea di tutti i mali senza che si siano intravisti sviluppi concreti e soprattutto incoraggianti. L’associazionismo sportivo dilettantistico cittadino ( del quale la Polisportiva ACSI Barletta 1981,con i suoi 39 anni d’ininterrotta attivita’ agonistica a livello nazionale e regionale, e’ una pregiatissima icona) non puo’, ne’ deve aspettare ancora. Non c’e’ una valida ragione,una sola,che possa ancora giustificare l’inaccessibilita’ agli impianti sportivi scolastici.I sodalizi sportivi si sono impegnati ufficialmente ad applicare i Protocolli emanati dalle Federazioni Sportive (o Enti di Promozione) di appartenenza, le Autorita’ continuano a temporeggiare senza giusta causa.Si vuole decretare la prematura thanatos di quasi tutte le realta’ associative locali o se ne vuole determinare un’autentica palingenesi?
Il destino della parte piu’ sana e piu’ autentica dello sport e’ nelle mani delle istituzioni. Con l’indifferenza e con la sottovalutazione di una necessita’ irrevocabile l’inestimabile patrimonio dell’associazionismo dilettantistico rischia di essere annientato!

domenica 6 Settembre 2020

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