Il resoconto

Accorati e Les Valeureux Liégeois: gemellaggio polifonico senza confini

Mirella Caldarone
gemellaggio cori ph© Mirella Caldarone
Entrambi i cori credono che la musica unisca i popoli ed è per questo che hanno cantato in latino, ebraico, russo, spagnolo, francese, inglese, lingue dell’est Europa ed italiano: un intento ancor più lodevole in un momento storico, così cinico, di contrasti etnici
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È bastata una mail da Liegi (Belgio) perché si rendesse possibile un prodigioso innesto di voci polifoniche. Alla base di questa magia vi sono le propaggini della storia di migrazioni dall’Italia verso il Belgio e le sue miniere di carbone, nel Dopoguerra.

Le radici, si sa, non si recidono e l’eco della memoria storica fa desiderare di cantare nella propria terra d’origine. Ed è così che Luigi Cafagna (inconfondibilmente di origini barlettane), voce maschile di un coro di Liegi, invia una mail a Valeria Di Maria, direttrice di un coro andriese appartenente all’ARCoPU (Associazione cori pugliesi) e alla Feniarco (Federazione cori nazionali).

‘Les Valeureux Liégeois’, ensemble vocale di circa 50 elementi, ottiene, così, di inserire Andria e Barletta in un programma di scambio culturale con un doppio gemellaggio internazionale. Due, infatti, sono stati i concerti. Domenica 29 ottobre, a Barletta, l’ensemble diretta da Christine Solhosse duetta con ‘Il Gabbiano’, coro diretto dal m° Gianluigi Gorgoglione (pianiste: Geneviève Carli e Giovanna Tricarico).

Mercoledì 1 Novembre è don Peppino Buonomo, parroco della SS Trinità di Andria, a mettere a disposizione la chiesa per il tripudio di voci che si conclude con una standig ovation.

Una chiesa gremita ha accolto con gioia il coro andriese ‘Accorati’ diretto dal m° Valeria Di Maria ed il belga ‘Les Valeureux Liégeois’ con la sua direttrice m° Christine Solhosse e la pianista m° Geneviève Carli.

 Il concerto si apre con il coro andriese, ensemble a cappella a voci miste, composto da 8 elementi, nato nel 2010 per iniziativa di alcuni amici affiatati e legati da precedenti esperienze musicali comuni, con un repertorio che spazia dalla musica sacra a quella profana, da quella popolare a quella classica.

È stato un inizio col botto: il coro si spazializza, disponendosi tutt’intorno alla chiesa, accerchiando il pubblico che si trova, così, all’interno dell’esecuzione. L’effetto che ne risulta è quasi stereofonico e l’atmosfera è di coinvolgimento totale. La commozione dura il tempo di due intensissimi brani diretti dalla bravissima Valeria Di Maria (Soprano): Ave Maria (G.Caccini) e Esta Tierra (J.Busto).

È sul presbiterio, poi, che continua la polifonia del coro andriese, acclamato da applausi ancora commossi, che esegue anche Sciogghilingua (Canto popolare siciliano) e Kalinka (I. P. Larinov).

È la volta della formazione belga: circa 50 cantori, suddivisi in 4 voci miste, che si rivolgono a un vasto pubblico con una gamma estremamente diversificata di opere polifoniche. È subito evidente un contatto ravvicinato con il pubblico: i coristi cantano a memoria eliminando l’ostacolo delle partiture.

A dirigerli, sin dal 2009, è una gioiosa Donna che danza, mezzosoprano lirico di successo, e che spesso si rivolge al pubblico incitandolo a partecipare. Accompagnati dalla pianista, oppure a cappella,  i coristi cantano un repertorio di musica sacra: Canticorum Jubilo G.F. Haendel, Bonse Aba Tradizionale di Zambia, Hail Holy Queen Sister Act, Madre dell’Alba M.Lanaro, Mond Davedoh J.Newton, Oče Naš A.Makor, Hallelujah L.Cohen, Salve Rociera M.Pareja-Obregón, Hava Nagila Tradizionale in ebraico, A Clare Benediction J.Rutter.

Il vero gemellaggio si materializza con la fusione dei due cori che si uniscono dinanzi all’altare. Non è consuetudine poter ammirare due figure femminili alla direzione corale. L’energia di ognuna, sommandosi, aumenta a dismisura ed è festa: se una dirige, l’altra è nel coro a prestare la sua voce lirica. Un avvicendamento che sa di conoscenza antica, nonostante si tratti di primo incontro (senza prove).

È Christine a dirigere Les boites a musique (G. Lafarge-P. Philippe). Valeria, invece, fa vibrare le note de Signore delle cime (canto popolare) e Tourdion (P.Attaignant).

Entrambi i cori credono che la musica unisca i popoli ed è per questo che hanno cantato in latino, ebraico, russo, spagnolo, francese, inglese, lingue dell’est Europa ed italiano: un intento ancor più lodevole in un momento storico, così cinico, di contrasti etnici.

La festa è continuata, in forma più privata, nel salone parrocchiale con un ricco buffet offerto dal parroco ai coristi. Una fusione unica si è realizzata cantando insieme brani famosi del proprio repertorio (‘O sole mio, Va’ pensiero, Bella ciao), con i cantori belgi, alcuni dei quali di origini italiane, smaniosi di cantare in italiano.

Standing ovation, dunque, per questi portatori di energia sonora, e non solo.

 

martedì 7 Novembre 2023

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