Le polemiche

Provinciali, il voto evidenzia spaccature bipartisan. La delusione di Lodispoto e Patruno

Lodispoto e Patruno
Su entrambi i fronti si paga lo scotto dei franchi tiratori. Patruno perde per il voto di un solo consigliere
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Quella per l’elezione del presidente della Provincia è stata una partita tutt’altro che semplice. L’idea di una candidatura unitaria, in principio auspicata dagli uscenti, non è stata condivisa dal centrodestra che ha voluto puntare sulla figura del sindaco di Spinazzola Michele Patruno per contrastare la ricandidatura di Bernardo Lodispoto, figura sostenuta dal centrosinistra. L’idea del centrodestra era quella di non restare alla finestra e di giocarsi alla pari la possibilità di raggiungere il successo nelle elezioni di secondo livello, potendo contare su una consistente presenza di sindaci e consiglieri comunali di area. Così non è stato e le spaccature si sono fatte vedere sia in casa del centrosinistra che in casa del centrodestra.

Il neo riconfermato Bernardo Lodispoto non ha nascosto la sua amarezza: «Devo purtroppo constatare che nell’ambito del centrosinistra c’è stato un certo trasversalismo per sostenere il candidato della destra: un dato che mi rammarica e che dimostra come spesso i rancori personali e le vendette politiche prevalgano sull’unità di un centrosinistra che non riesce a mascherare le sue divisioni».

Speculare il commento di Michele Patruno che in un videomessaggio pubblicato sui social network ha fatto chiaro riferimento alla condotta dei consiglieri del centrodestra attualmente in opposizione nel consiglio comunale di Spinazzola, accusandoli di aver danneggiato la città. Dito puntato contro il forzista e consigliere provinciale Lino Di Noia e contro il suo ex sostenitore Pinuccio Blasi e gli altri due componenti della lista “Idee in Comune”. Dito puntato, seppur implicitamente, contro quei rappresentanti di Forza Italia a livello provinciale di accordare il loro voto a Bernardo Lodispoto, primo fra tutti il presidente del consiglio comunale di Barletta Marcello Lanotte.

Negli ambienti politici si parla in maniera esplicita di un asse Lanotte – Caracciolo, finalizzato alla riconferma di Lodispoto ma anche alla caduta definitiva dell’amministrazione comunale di Barletta. I rapporti tra Lanotte e il centrodestra barlettano, come è noto, sono deteriorati. Nulla di strano, dunque, che Lanotte e i suoi non abbiano voluto sostenere la candidatura di Michele Patruno, fortemente sostenuta da Fratelli d’Italia. La spaccatura nel centrodestra barlettano (che si riflette anche all’interno di Forza Italia) ha condizionato anche l’andamento dell’elezione del presidente della provincia, assumendo carattere sovracomunale.

Sembrerebbe, infatti, che la questione politica ora sia nelle mani del segretario regionale di Forza Italia Mauro D’Attis e del suo vice, il barlettano Dario Damiani, chiamati a risolvere le difficoltà interne al partito e a definire la situazione barlettana. I numeri parlano chiaro: se Cannito non fosse stato certo che una parte di Forza Italia fosse lontano dalla linea di Lanotte non avrebbe ritirato le dimissioni e soprattutto non avrebbe estromesso in maniera perentoria dalla squadra di maggioranza il presidente del consiglio comunale.

E anche da Andria arrivano richiami ad una riflessione interna al centrodestra. Mentre la neo eletta consigliera provinciale Donatella Fracchiolla ha voluto ribadire la “fedeltà” di Forza Italia al progetto del centrodestra, il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Andria Andrea Barchetta ha chiesto una analisi del risultato elettorale per chiarire «chi avrebbe dovuto sostenere Patruno e non lo ha fatto».

Se per il centrosinistra la delusione delle spaccature interne è mitigata dal successo elettorale, per il centrodestra o per parte di esso è arrivato il momento di leccarsi le ferite.

martedì 5 Dicembre 2023

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