Lavoro

Imprese agricole condotte da stranieri, nella Bat la crescita più bassa d’Italia: 2,5%

Serra
Serra per la coltivazione di pomodori
Dati Unioncamere-InfoCamere aggiornati al 30 giugno 2023, elaborati dalla Coldiretti Puglia
scrivi un commento 111

Aumentano, ma non come nel resto d’Italia, le imprese condotte da stranieri in Puglia, dove si registrano le province con l’incidenza di crescita più bassa: Foggia si ferma al 4,5%, Taranto al 4,4%, Bari al 4.3%, Barletta Andria Trani al 2,5%, a testimoniare quanto gli arrivi di stranieri in Puglia siano legati principalmente alla stagionalità delle lavorazioni in campagna per periodi limitati nel tempo. A darne notizia è Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Unioncamere-InfoCamere aggiornati al 30 giugno 2023 sulle imprese straniere iscritte al Registro delle imprese delle Camere di Commercio.

Gli occupati stranieri sono ben rappresentati nel settore agricolo in Puglia, dove si concentrano per il 23,6% contro il 7,8% degli italiani, con la manodopera extracomunitaria in agricoltura, nonostante il calo progressivo negli ultimi cinque anni, che resta determinante nelle coltivazioni arboree 53,8% (frutta e viticoltura) e colture orticole 17,7% (fragole, meloni, insalate, pomodori, radicchio), con i braccianti extracomunitari che hanno per quasi l’88% una occupazione stagionale e rappresentano circa il 10% dei lavoratori dipendenti regolarmente impegnati in agricoltura.

Si tratta di lavoratori che spesso da anni collaborano con le imprese agricole italiane e che ogni anno attraversano il confine per poi tornare nel proprio Paese. Un’esigenza che si è fatta stringente per la mancanza di manodopera italiana e a seconda del calendario delle raccolte – insiste Coldiretti Puglia – con la scalarità delle diverse coltivazioni e produzioni.

Nelle campagne servono figure specializzate come trattoristi, serricoltori, potatori ma anche raccoglitori per le verdure, la frutta e la vendemmia. Non vanno dimenticati poi i nuovi sbocchi occupazionali offerti dalla multifunzionalità che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agri-benessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

È importante affrontare il tema della disponibilità di manodopera con una gestione dei flussi più efficiente – conclude Coldiretti – partendo dal decreto triennale che Coldiretti ha fortemente sostenuto e che può dare una grande mano tenendo conto che non solo si passa dalle 42mila unità di lavoro stagionale alle 82mila del 2023 fino alle 90mila del 2025 ma soprattutto che le quote riservate alle associazioni agricole per i loro soci passano dalle 22mila unità dell’anno scorso e raggiungono le 40mila quest’anno, assicurando alle imprese la certezza di poter avere a disposizione lavoratori regolari e di non subire la concorrenza sleale di chi sfrutta le persone.

 

 

 

sabato 30 Dicembre 2023

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti