La recensione

Orizzonte, un’odissea tra il passato e il presente dell’Italia straniera

Giuseppe Dibenedetto
Lo spettacolo
La compagnia "Io Non Ti Conosco" porta in scena un potente dramma sulla famiglia e l'immigrazione
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“Orizzonte”, lo spettacolo portato in scena dalla compagnia partenopea Io Non Ti Conosco al Teatro Fantàsia in occasione dell’apertura della terza edizione della rassegna Nuvole Sparse, non lascia indifferenti.

La storia di tre fratelli napoletani, due uomini ed una donna, in fuga dalla crudeltà della guerra, dagli strozzini alla ricerca del padre e da loro stessi diventa un’odissea di omerica memoria, un viaggio quasi atemporale verso l’America del sogno, che si trasforma però presto in un incubo di xenofobia, di sfruttamento e di stenti. Il terzetto sul palco si lancia in un tripudio di momenti lirici, monologhi potenti, significativi soprattutto quelli declamati con grande padronanza dal regista-autore Paolo Blasio nelle vesti del reduce Salvatore, numeri da vaudeville e teatro-danza. Essenziale nella scenografia, il dramma che si consuma sul palco, di una famiglia che come la barca si trova in un limbo a cui non può fare altro che aggrapparsi,  mostra un’alternanza di registri stilistici, pur a volte peccando di eccesso nella sua memorabilità, dà grande spazio alla mimica, ad una ritualità dei gesti che accompagna la poesia delle parole e gli sprazzi di una comicità tra l’amaro e il grottesco, ricordando allo spettatore in sala che quel viaggio che molti anche ora affrontano per cercare una vita migliore non sempre è frutto di una scelta, ma sempre più spesso è dovuto alla necessità ineluttabile di vivere.

lunedì 26 Febbraio 2024

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