La Recensione

Ognuno di noi è alla ricerca del proprio “Calamaro gigante”

Giuseppe Dibenedetto
Lo spettacolo
Angela Finocchiaro e Bruno Stori in scena al Teatro Curci ci insegnano che nella vita a volte vale la pena rischiare
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E’ una storia semplice, quella che racconta “Il Calamaro Gigante”, spettacolo teatrale tratto dall’omonimo romanzo di Fabio Genovesi. E’ la storia di Angela, anzi Angelina, un’assicuratrice dall’infanzia perduta e figlia di una vita di rimpianti, chiusa nel grigiore di una vita moderna dalla quale non riesce ad uscire. Ma è anche la storia, vera, del conte Pierre Denys de Montfort, eccentrico zoologo francese vissuto a cavallo tra il XVIII ed il XIX secolo. Due esseri umani soli, chi ha smesso di sognare e chi non si è mai svegliato, si avventurano su una scenografia strabordante. Sorretta dalla regia magniloquente ed eclettica di Carlo Sciaccaluga, la messinscena non risparmia nulla, mettendo insieme teatro-danza, musical, monologo, teatro delle marionette, teatro d’ombre, monologhi e continue invenzioni scenografiche che non danno allo spettatore un momento di tregua, un tripudio che però forse impegna fin troppo nei circa cento minuti che prevede la performance, sorretto da un testo non particolarmente incisivo non tanto per la qualità dello stesso o dell’intreccio, quanto per la sua forse eccessiva diluizione. Al netto di tali piccole imperfezioni, le straordinarie acrobazie e movenze delle figure in scena, nonché la performance deliziosamente sopra le righe e da caratterista del Montfort di Bruno Stori, portano il pubblico in un viaggio degno dei migliori romanzi di Verne, alla ricerca di una verità sfuggente, ma che proprio per questo vale sempre la pena inseguire.

sabato 23 Marzo 2024

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